Hai mal di schiena e non sai quali esami fare?
Stai pensando di fare una lastra?
Oppure, hai fatto una lastra ma non risulta nulla e vuoi sapere quali altri esami fare?
Questo articolo è per te!
Il 99% delle persone che soffrono di mal di schiena, già ai primi sintomi, pensa di fare una lastra o una risonanza magnetica. E se non ci pensa da solo e si reca da un medico per una visita a mani vuote, questa richiesta viene immediatamente effettuata dal medico stesso, che sia il medico curante o uno specialista.
Nella mentalità comune, gli esami sarebbero la sola strada o la più veloce e sicura per arrivare ad una diagnosi del mal di schiena.
Ma è realmente così?
La radiografia della schiena e la risonanza sono davvero indispensabili?
Le indagini strumentali possono essere di supporto, ma non si sostituiscono in alcun modo alla visita! Da una buona visita emergono, infatti, tutti gli elementi utili a formulare una diagnosi individuale, che può avvalersi degli esami per confermare, integrare o escludere un’ipotesi diagnostica.
Quindi, il punto è: si fa una buona visita? In molti casi, a malincuore, devo rispondere NO!
La maggior parte delle persone esce dagli studio medici dopo pochi minuti, senza essere stata ascoltata e valutata seriamente, senza una vera diagnosi.
Approfondirò questo argomento così importante nel video qui sotto, che ti consiglio di guardare con attenzione.
Perché è importante per te?
Perché una scelta senza logica degli esami diagnostici comporta una DIAGNOSI SBAGLIATA e, di conseguenza, una CURA SBAGLIATA. Questo è uno dei motivi per cui il mal di schiena non passa e peggiora sempre di più.
In questo video ti spiegherò uno per uno, tutti gli esami diagnostici ( lastra, risonanza magnetica, TAC, elettromiografia, ecografia),quando sono indispensabili e quando invece sono inutili.
Al termine del video avrai capito qual è l’esame più indicato nel tuo caso, risparmiando tempo e denaro, e come riconoscere professionisti competenti.
Vorrei premettere che questo è il mio personale punto di vista maturato in 20 anni di esperienza con tantissimi pazienti che soffrono di mal di schiena (e non solo) ,e di confronto con moltissimi medici, alcuni dei quali davvero competenti ed attenti, con i quali è facile collaborare e concordare obiettivi comuni; medici che mi hanno mostrato cosa vuol dire fare il medico!
Considero il lavoro del medico fondamentale, insostituibile, sia in senso assoluto che relativamente alla mia professione.
Io devo proseguire il loro lavoro con il mio, ma per fare questo è necessario sapere ciò che hanno capito di te, che non può e non deve rimanere un patrimonio “privato” ma deve essere condiviso in un’ottica comune,con obiettivi sinergici!
Affermo questo perchè in molti casi i pazienti, dopo una o più visite, arrivano a mani vuote!
A mani vuote significa senza una diagnosi della causa, senza indicazioni precise, a volte solo con prescrizione di farmaci, oppure a mani vuote nel senso letterale del termine, senza referto, con indicazioni verbali..
In questi casi, non avendo sufficienti elementi diagnostici per impostare un programma riabiliativo sono costretta a chiamare il medico di riferimento per chiedere informazioni sul paziente, che spesso non mi vengono fornite per motivi vari: non ricordano il paziente perchè ne vedono tanti, non hanno un archivio, non hanno maggiori informazioni di quante non siano scritte, non ritengono necessario il confronto con la mia figura professionale…
A questo punto sono costretta a fare da me!
In questo articolo voglio fornirti gli strumenti per capire se ti stai affidando ad un medico competente e scrupoloso, il cui lavoro abbia un senso, oppure se dopo una visita sei esattamente al punto di partenza, anche se hai pagato cifre esorbitanti!
Una visita seria deve seguire questi 5 punti ( tutti!)
Il medico non ti conosce o, se anche ti conosce, non sa nulla del tuo problema. Quindi, prima di ogni altra cosa, deve raccogliere informazioni da te.
Questa fase della visita è la più importante, perchè serve ad indirizzarlo verso un’ipotesi diagnostica!
Il termine tecnico per indicare questa raccolta dati è ANAMNESI(sicuramente lo avrai trovato su cartelle cliniche e referti).
Le domande devono riguardare, innanzitutto, eventuali patologie, anche del passato, e terapie farmacologiche.
Servono al medico per saperne di più di te, per capire se il tuo mal di schiena è correlato ad esse, ma anche per non correre rischi nella prescrizione di esami o farmaci.Ti faccio solo alcuni esempi:
Dopo un inquadramento generale, è il momento del terzo grado sul tuo mal di schiena!
Uso volontariamente questo termine per farti capire che non è sufficiente sapere che hai dolore alla schiena o alla gamba o al braccio per fare diagnosi!
Chi ti visita deve chiederti da quanto tempo hai il mal di schiena, la sua esatta localizzazione, che tipo di dolore hai, la sua intensità, se si modifica e in che modo, in quali momenti della giornata si manifesta, la sua relazione con il movimento e con i vari movimenti, se si irradia, se si associa ad altri dolori in altre parti del corpo, se hai provato delle cure e il loro esito, il tuo lavoro, le tue attività, la qualità del tuo sonno, il tuo stile di vita, . . . l’ho detto tutto d’un fiato, per farti capire che il tuo mal di schiena è un mondo da scoprire! Non bastano un paio di domande!
A questo punto, il medico ha una sua idea della possibile causa del tuo mal di schiena, un’ipotesi che deve essere confermata.
Il nome di questa seconda fase è ESAME OBIETTIVO e comprende : test, prove, posizioni, manovre, movimenti eseguiti dal medico o direttamente da te, l’analisi della parte dolente, della tua postura, del tuo “modo” di muoverti, delle tensioni muscolari, della tua capacità di rilassamento. . .
Quindi, per essere chiari, se il medico ti alza solo una gamba in alto e hai dolore, non è sufficiente a fare una diagnosi. . .
Se hai letto il mio articolo “MI FA MALE LA SCHIENA: LASTRA? RISONANZA? TAC?“, sai già come la penso!
Questa terza fase è utile a fugare dubbi o a cercare risposte che le precedenti fasi non hanno potuto fornire, ma non si deve sostituire ad esse!
Solo a questo punto della visita il medico dovrebbe leggere gli esami portati da te o prescriverne di nuovi (se necessari!).
Spesso, invece, è la prima cosa che si fa, con il rischio di “pilotare” una diagnosi.
Visionare una lastra o una risonanza magnetica senza prima aver valutato attentamente il paziente, può indirizzare il medico verso una diagnosi non sempre veritiera e sempre incompleta!
Solo a questo punto il medico può esprimersi e formulare una diagnosi, che individui le cause del tuo mal di schiena e non sia la semplice traduzione in “medichese” dei tuoi sintomi! Cosa intendo? La maggior parte della “diagnosi” altro non sono che i sintomi riferiti dal paziente, detti meglio! In pratica, non dicono nulla di nuovo! Ma questo sarò oggetto di un prossimo articolo!
Questa è la fase in cui il medico deve impostare il percorso terapeutico, attraverso consigli, particolari indicazioni, eventuali limiti o controindicazioni al trattamento riabilitativo, cure farmacologiche, prescrizione di ausili o presidi, richiesta di ulteriori consulenze specialistiche, ecc.
Tutti questi 5 punti devono essere trascritti su un REFERTO, che il medico deve consegnarti al termine della visita.
Il referto deve essere LEGGIBILE, deve riportare la data della visita, il timbro e la firma del medico che lo redige.
Dovrai mostrarlo al tuo medico curante, al tuo terapista, allo stesso medico durante le visite di controllo, per fare il punto della situazione in modo serio e preciso, e conservarlo in una cartellina con tutti i documenti relativi al tuo mal di schiena, per non perdere informazioni utili!
Il referto è un documento importante, pretendilo!
Questo è necessario per creare un lavoro di èquipe, anche se a distanza, lavorando tutti verso lo stesso obiettivo, ciascuno con la propria professionalità!
Pretendi cure di valore!
Ti sarà capitato di esserti sottoposto ad un trattamento riabilitativo per il mal di schiena o per altre problematiche. Ma puoi affermare con assoluta certezza che chi ti ha trattato fosse un fisioterapista qualificato?
La figura del fisioterapista è probabilmente una delle più soggette ad esercizio abusivo della professione.
“A fronte di circa 50.000 Fisioterapisti, abilitati ad esercitare la professione, ci sono in Italia almeno 100.000 personaggi, non altrimenti definibili che con il nome di millantatori, che senza essere edotti di cosa sia la Riabilitazione, né possedere titoli e prerogative per esercitarla, disinvoltamente “praticano” su sprovveduti quanto inconsapevoli cittadini” (tratto da un Documento dell’Associazione Italiana Terapisti della Riabilitazione – A.I.T.R. ora Associazione Italiana Fisioterapisti – A.I.F.I.).
Questo costituisce un reato penale eppure accade quotidianamente ovunque, anche in strutture apparentemente sicure: in palestra, nei centri estetici, in strutture private, sul territorio,ecc.
Chi sono questi personaggi? Di tutti i tipi, di tutte le professioni!
Le motivazioni alla base di questo abuso sono 3:
Come puoi fare per capire a chi rivolgerti in sicurezza?
Innanzitutto CHIEDI!
Più domande farai, più metterai in difficoltà un impostore!
Chiedi:
NON E’ UN FISIOTERAPISTA:
Voglio precisare che ritengo alcuni di questi corsi estremamente validi.
L’osteopatia, in particolare, richiede anni di duro studio e la preparazione che ne consegue è straordinaria. Ma il nostro ordinamento giuridico, purtroppo, non riconosce questa figura professionale. Ciò che crea a mio avviso il presupposto per l’abusivismo è l’apertura di questi corsi anche a personale non sanitario.
Quindi, per il tuo mal di schiena e per qualunque altro problema:
Se sei stato vittima di un falso fisioterapista o conosci qualcuno che esercita abusivamente la professione, DENUNCIA!
Puoi effettuare una SEGNALAZIONE ANONIMA all’Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) della tua regione oppure all’ Associazione Nazionale Vittime dell’Abusivismo in Riabilitazione (ANVAR).
Ti consiglio di leggere anche l’articolo : I 5 punti per capire se cambiare fisioterapista.
Ti è mai capitato di essere visitato per un episodio di mal di schiena e di sentirti dire : “Faccia nuoto!”?
Questo consiglio rientra in un vecchio concetto di cura del mal di schiena, in cui il nuoto viene considerato a tutti gli effetti un trattamento in grado di riequilibrare la postura, di curare protrusioni o ernie del disco, addirittura correggere deformità della colonna, come la scoliosi!
In realtà, ormai da tempo, questo approccio è stato sconfessato da studi scientifici , i quali dimostrano inequivocabilmente che per queste problematiche il nuoto è inefficace e addirittura controindicato!
Per una falsa credenza sul mal di schiena e sugli squilibri posturali, che sarebbero causati da un’insufficienza dei muscoli della schiena; muscoli deboli che non sarebbero in grado di sostenere la schiena, alterando la postura e creando uno schiacciamento delle vertebre. Secondo questa teoria, di conseguenza, i muscoli posteriori della schiena devono essere rinforzati.
In realtà, questi problemi sono causati da un eccessivo tono di questi muscoli; muscoli cioè troppo forti e spesso troppo corti che schiacciano la colonna e ne cambiando la forma. Per questa ragione non devono essere rinforzati ma allungati!
In questi casi, quindi, il nuoto, soprattutto se praticato con una frequenza elevata, potrebbe favorire la progressione della patologia, quindi un peggioramento del mal di schiena ed un’alterazione più importante della postura.
Spesso poi, insieme al nuoto non viene prescritta alcuna rieducazione, in alcuni casi viene addirittura specificato che “la riabilitazione non serve a niente!”.
Questo accade perchè molti medici sono legati ad un concetto di fisioterapia “sintomatica”, che ancora esiste ma che sul piano professionale è obsoleta : massaggi, qualche esercizio, applicazioni di macchinari (ionoforesi, diadinamica, laserterpia); terapie uguali per tutti ,che hanno un effetto temporaneo sul dolore, ma non agiscono su ciò che lo determina.
Davvero pochi di loro sanno che oggi la riabilitazione si è evoluta, va alla causa del problema ed offre trattamenti di alta specializzazione.
La cosa più sorprendente è che questa mancanza di conoscenza non riguarda solo molti medici generici o specialisti che non si occupano di riabilitazione ( ortopedici, neurologi, ecc), ma anche molti fisiatri, ovvero i medici specialisti della riabilitazione, che però di fatto conoscono molto poco della nostra evoluzione professionale, delle nuove tecniche e specializzazioni, dei risultati che si possono raggiungere lavorando in modo diverso da quello “tradizionale”.
Paradossalmente, questa antica scuola di pensiero è condivisa anche da alcuni colleghi fisioterapisti, evidentemente rimasti fermi ad una formazione professionale di tipo scolastico.
Questo fa sì che il nuoto ancora oggi sia tra i consigli più gettonati di vari professionisti, facendo perdere tempo al paziente , spesso con conseguenze negative sul suo mal di schiena..
Questo non significa che io sia contraria al nuoto in assoluto.
Il nuoto è uno sport nobile, completo, che ha un grande valore nello sviluppo psico-fisico della persona.
È uno sport aerobico, che consente cioè un aumento progressivo dell’attività cardio-polmonare ed è quindi un ottimo allenamento.
Grazie all’immersione in acqua, “alleggerisce” il peso corporeo e consente di muovere le articolazioni con un impatto minore rispetto all’esterno.
Determina un aumento del tono muscolare.
Favorisce la coordinazione tra le varie parti del corpo.
Consente di scaricare tutte le tensioni emotive attraverso il movimento ed il contatto con l’acqua.
Per queste ragioni, è un’ottima attività fisica ed è indicato per persone di qualunque età.
E’ consigliato in tutti i problemi di movimento legati a problematiche ortopediche (artrosi, esiti di interventi chirurgici, ecc) o patologie neurologiche ( problemi di coordinazione, equilibrio , ecc) come supporto alla riabilitazione e non in sostituzione di essa.
Ma è sconsigliato in caso di problemi alla colonna vertebrale, ad esempio squilibri posturali, in particolare in presenza di scoliosi, schiacciamento dei dischi intervertebrali, protrusioni o ernie discali, soprattutto in fase acuta (cioè quando c’è il dolore),
Se hai mal di schiena e ti consigliano il nuoto senza ulteriori indicazioni, è importante che tu sappia che non non ti stanno proponendo una cura, ma un’attività fisica che non ha alcun valore terapeutico e potrebbe peggiorare il tuo problema.
Il mio consiglio è di sospendere temporaneamente qualunque sport, fino a quando non verrà identiifcata la causa del tuo mal di schiena e non verrà impostato un adeguato percorso riabilitativo, in cui l’attività fisica verrà inserita al momento giusto, con la giusta gradualità e con le opportune indicazioni.
E’ capitato anche a te? Condividi la tua esperienza!
Voglio aprire il blog con la risposta ad una domanda che poche persone con il mal di schiena si pongono.
Questo perchè ginnastica posturale e rieducazione posturale vengono comunemente confuse, come se si trattasse della stessa cosa. Il termine POSTURALE induce a credere che in entrambi i casi ” ci si stia curando”. Ma le cose non stanno così!
La ginnastica posturale è GINNASTICA! Viene praticata in palestra da un istruttore o personal trainer (raramente da un fisioterapista). Come tutte le forme di ginnastica viene svolta in gruppo, con un programma unico, non diversificato a seconda dell’assetto posturale della persone e di eventuali problematiche, ad eccezione di piccole varianti proposte sui vari esercizi.
La Rieducazione posturale è RIABILITAZIONE! Il suo nome completo è Rieducazione Posturale Globale Individuale . La sigla con cui viene normalmente prescritta è RPG! Viene svolta da un fisioterapista che abbia conseguito una specializzazione in RPG (RPGista).
Non tutti i fisioterapisti, quindi, possono praticare RPG!
Anche il personal trainer o l’istruttore della palestra,indubbiamente, frequenta corsi di aggiornamento professionali, anche in ambito posturale, ma non hanno nulla a che vedere con la riabilitazione e, nello specifico, con la specializzazione in RPG!
Il trattamento di RPG è individuale. Si fonda sul principio che ogni persona è diversa dalle altre e se presenta un problema (che sia alla schiena o in qualunque altro distretto del corpo), quel problema deve necessariamente essere valutato e risolto con un approccio globale alla persona!
Per questo ogni programma è personalizzato!
Solo in casi particolari possono essere realizzati dei piccoli gruppi con caratteristiche e problematiche simili, ma che devono comunque prevedere una valutazione individuale ed un interessamento specifico del fisioterapista sulle singole persone durante il trattamento di gruppo!
La RPG non si svolge in palestra , a meno che il fisioterapista non la scelga come sede di lavoro, ma deve essere specificato che si tratta di una RIEDUCAZIONE POSTURALE GLOBALE DI GRUPPO gestita da un fisioterapista!
Pertanto consiglio:
Verifica sempre a chi ti affidi per la cura della tua schiena, che professione svolge,quali specializzazioni ha conseguito e che tipo di esperienze ha avuto! Non affidarti senza sapere!
Barbara Corrieri